Androstudio.ch: A caccia dello spermatozoo indolente

Medicina della riproduzione - Un figlio a tutti i costi? - A caccia dello spermatozoo indolente - I nostri figli artificiali  

Il problema della sterilità invade i Paesi industrializzati dove due coppie su otto non riescono a procreare.

Un nuovo strumento può calcolare anche la velocità delle cellule del liquido seminale: se non sono abbastanza mobili non possono risalire le vie genitali femminili.

L’informatica viene ora in aiuto anche alla sterilità maschile. Un nuovissimo apparecchio chiamato “cell soft” (in Italia ne esistono due, uno a Pisa e uno a Roma) è in grado di eseguire automaticamente, attraverso un programma di “lettura”, l’analisi dettagliata degli spermatozoi contenuti nel liquido seminale maschile. Un’acquisizione importante se si pensa che 311 anni dopo la sua scoperta, lo spermatozoo è una delle cellule meno conosciute dell’organismo umano.

Oggi nei paesi industrializzati due coppie su otto, che sono in età fertile e hanno rapporti liberi e potenzialmente fecondanti, non riescono ad avere figli. Nel 50% dei casi la responsabilità è proprio dell’uomo.

Il problema della sterilità ha assunto dimensioni molto più importanti rispetto al passato e questo fenomeno trova due tipi di giustificazione: innanzitutto il ritardo nel matrimonio. Oggi l’uomo si sposa mediamente attorno ai 30-35 anni e la donna a 25-30: non solo la fertilità subisce una diminuzione progressiva con l’età, ma, nell’uomo, gli spermatozoi calano di numero e presentano più facilmente alterazioni. Quando poi questa situazione si associa a una malattia di base, le probabilità di essere sterili aumentano. Ecco un esempio: un varicocele (cioè una dilatazione di alcune vene nel testicolo) in un giovane di 20 anni non influenza le capacità riproduttive, mentre a 30 anni può incidere notevolmente sulla fertilità.

Un secondo aspetto è rappresentato dall’esposizione a fattori ambientali tossici che hanno un’influenza negativa sulla riproduzione. Basti pensare ai pesticidi utilizzati in agricoltura o al trattamento con estrogeni delle carni: l’uomo è esposto a un’assunzione continua di ormoni femminilizzanti da quando comincia ad alimentarsi con gli omogeneizzati.  Tutte queste sostanze hanno una grande influenza sui tessuti dell’organismo a più intensa riproduzione come quello testicolare: per dare un’idea basta ricordare che ogni giorno vengono prodotti 125 milioni di spermatozoi.

Di  fronte a una sterilità di coppia è indispensabile, quindi, un intervento preliminare sia del ginecologo sia dell’andrologo per stabilire se il problema riguarda la donna o l’uomo. Come si accennava all’inizio lo spermiogramma, cioè l’analisi del liquido seminale, rappresenta l’esame fondamentale nell’approccio alla sterilità maschile e ha lo scopo di determinare le alterazioni sia quantitative sia qualitative degli spermatozoi.

Perché lo sperma abbia capacità fecondanti non solo deve contenere un certo numero di spermatozoi (oggi si considera sufficiente un numero di spermatozoi per millimetro superiore ai 10-15 milioni), ma questi ultimi devono essere sufficientemente mobili e veloci per risalire nelle vie genitali femminili e avere l’energia necessaria per fecondare l’ovulo.

Tutte queste caratteristiche possono essere ora studiate con il “cell soft”: attraverso questo strumento si può calcolare non soltanto il numero, ma anche il movimento e la velocità degli spermatozoi, identificare le caratteristiche della testa e della coda e eventuali anomalie morfologiche anche di singoli spermatozoi, cose impossibili con l’esame tradizionale al microscopio.

Anche se in ritardo rispetto a quanto è già stato fatto per lo studio della sterilità femminile (i ginecologi hanno da tempo a disposizione sofisticate metodiche di studio) oggi l‘andrologo può disporre di numerosi mezzi diagnostici che permettono un’analisi approfondita anche nell’uomo.

E’ possibile ricorrere per esempio a un ecografia del testicolo, della prostata e delle vie vescicole seminali che consentono di individuare alterazioni delle vie escretrici oppure a una flussimetria Doppler utile per studiare le malattie vascolari. 

su

Medicina della riproduzione - Un figlio a tutti i costi? - A caccia dello spermatozoo indolente - I nostri figli artificiali

continua


© Corriere della sera, martedì 10 maggio 1988 , aggiornato il 08.02.2009 12:49:26