Androstudio.ch: Un figlio a tutti i costi (definizioni)

Medicina della riproduzione - Un figlio a tutti i costi? -  A caccia dello spermatozoo indolente - I nostri figli artificiali  

Non di rado, quando si discute di fecondazione artificiale, in particolare quella cosiddetta “in vitro”, o quando ci si confronta con i “figli delle provette”, il pensiero corre all’ingegneria genetica.  Ebbene, una “manipolazione” innaturale effettivamente c’è: ma la genetica non è coinvolta.

Gli andrologi e i ginecologi, chiamati a risolvere i problemi di sterilità in seno a una coppia, giungono semmai a “trattare” gli ovuli, gli spermatozoi, il livello ormonale dei candidati-genitori (cercando di incrementarne le doti di fertilità), ma non intervengono in alcun modo sul patrimonio genetico degli interessati.

Certo si ricorre a tecnologie di punta per conservare, ad esempio, il seme maschile o per fecondare un ovulo, appunto in vitro, quindi al di fuori del corpo umano ed uterino: ma i geni non sono toccati e se il supporto artificiale riesce ad avviare una gravidanza, quest’ultima e il nascituro seguiranno un cammino del tutto naturale.  Nell’ambito del dibattito correlato all’ingegneria genetica, dunque, abbiamo voluto inserire questa sorta di “parentesi” alfine di chiarire un altrettanto attuale, discusso ed importante interrogativo: un figlio a tutti i costi?

La medicina, la sfera emotiva e psicologica, le tecniche sopraccennate, i risvolti etici: sono molteplici i fattori che entrano in considerazione.  Ne abbiamo parlato con il dott. Stefano Gilardi, quotidianamente confrontato con tali problematiche.

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Fecondazione artificiale: quando?  

In genere, si parla di preocreazione medicalmente assistita (PMA) quando si ricorre ad un uso di tecniche mediche nell’ambito della fertilizzazione.

La più frequentemente utilizzata è la inseminazione omologa, che prevede l’utilizzo di spermatozoi del marito, ai quali si applica un trattamento di concentrazione o di “lavaggio”, per poi iniettarli a livello intrauterino.  Tale tecnica si usa in caso di difficoltà di mobilità degli spermatozoi o per poterli concentrare quando sono quantitativamente diminuiti: casi, questi, di subfertilità maschile. Esiste la possibilità di una procedura analoga, utilizzando lo sperma di un donatore: si parla, allora, di inseminazione eterologa; una situazione che viene presa in considerazione se il partner maschile è totalmente sterile.

Qualora il numero degli spermatozoi fosse estremamente ridotto, o la mobilità degli stessi fosse praticamente azzerata, o ancora, la loro forma fosse particolarmente aberrante, si ricorre alla fertilizzazione in vitro.

La procedura è pure adottata quando la partner presenta una sterilità tubarica, per malformazioni o precedenti patologie (stato dopo gravidanze extra uterine; infezioni croniche) che hanno ostruito e tube.

Se da parte femminile esiste una difficoltà ovulatoria, la paziente viene sottoposta a cura ormonale e, nello spazio di tempo relativo all’ottenuto momento fertile (ovulazione), si ricorre spesso ad un’inseminazione, alfine di aumentare la possibilità di riuscita.

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Ovuli e spermatozoi, la tecnica “in vitro” e...  

Quando vengono fecondati ovulo e spermatozoo in situazione extra corporea, si parla di fertilizzazione in vitro.  Sono note le tecniche FIVET (fertilizzazione in vitro e transfert dell’embrione) e ICSI, che prevede l’inoculazione di uno spermatozoo nell’ovocita.  In questi casi, per evitare alle donne ripetuti prelevi di ovuli, un processo, questo, assai invasivo, si procede allo “stoccaggio” di ovuli, fecondati o meno.  Le indicazioni sono essenzialmente da ricercarsi, come spiegato in precedenza, nell’uomo che presenta pochissimi spermatozoi o nella donna che ha pochissimi ovuli a disposizione.  Oggigiorno è possibile ricorrere per queste tecniche anche alla donazione di sperma e, da quest’anno, imitatamente ad alcuni centri specializzati, pure alla donazione di ovuli.

Si tratta di tecniche praticate con materiale fresco, appena prelevato, o con materiale appositamente congelato: tutte mirano alla generazione di un embrione, che viene poi “impiantato” nel tratto genitale femminile.

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Il desiderio, i limiti etici e quelli pratici

Dopo la descrizione appena fatta delle tecniche a nostra disposizione, forzatamente succinta, è necessario rendere attenti che queste procedure non sempre permettono di soddisfare il desiderio del “figlio a tutti i costi”. 

Dopo la diagnosi di sterilità o subfertilità, pertanto, ogni coppia deve in primo luogo porsi, a mio modo di vedere, la domanda se il cammino che vuole intraprendere è strettamente medico-tecnico o se sceglie la via dell’adozione o, ancora, se decide di rinunciare ad avere un figlio. L’utilizzazione di queste procedure medico-tecniche, insomma, obbliga la coppia a riflettere profondamente sul senso della propria ricerca di maternità/paternità. E ogni tappa diagnostica o terapeutica è fonte di dovute riflessioni.

La prima domanda che ci si pone generalmente è sapere se il praticare tecniche extra-corporee (a cui appartengono tutte quelle prima evocate) sia lecito o meno.

Un secondo processo, di norma, nel tempo, vista la sequela della procedura terapeutica, riguarda la presa di posizione sullo “stoccaggio” di embrioni e sulla destinazione da dare loro, una volta se ne decidesse la non utilizzazione.

Un ulteriore motivo di approfondimento interviene al momento in cui si prospetta il ricorso alla donazione di uno spermatozoo, o di un ovulo, ricorrendo in tal modo ad un patrimonio genetico estraneo alla coppia. Sulla base delle differenti riflessioni etiche, la coppia potrà scegliere una soluzione adeguata.

Appare dunque evidente, a mio modo di vedere, quanto tali tecniche portano la coppia ad allontanarsi dal disegno naturale cui era destinata: e ciò avviene, in buona parte, sotto l’influenza dell’operatore sanitario. In ogni caso, la coppia necessita di un’istruzione, la più precisa possibile, sulla portata delle tecniche proposte: ragione per cui ritengo indispensabile che sia confrontata con operatori competenti e sensibili alle differenti necessità di approfondimento che ogni individuo può presentare.  

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Sterilità e fecondazione assistita

Fertilizzazione intrauterina
Tecnica di fecondazione assistita nella quale gli spermatozoi vengono deposti direttamente in utero al momento dell’ovulazione. Si prepara lo sperma, sovente “filtrandolo”, nell’intento di concentrare gli spermatozoi più “vivaci” eliminando nel contempo eventuali cellule infiammatorie presenti nello sperma.

FIVET (fertilizzazione in vitro con embryotransfer)
Tecnica di fecondazione assistita con la quale gli ovociti, ottenuti tramite stimolazione ormonale ovarica, vengono messi in una provetta assieme agli spermatozoi per ottenere embrioni che, allo stadio di 6-8 cellule, vengono poi trasferiti nell’utero.

ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo)
È l’atto che prevede di iniettare un singolo spermatozoo all’interno di una cellula uovo (ovocita). È la tecnica più usata nei casi di grave difficoltà da sterilità di coppia. Ha un alto tasso di successo (si calcola oltre il 60% di successo di fertilizzazione). Potrebbe teoricamente comportare un lieve aumento di rischio di malattie nei neonati, comparati ad una popolazione di neonati, frutto di gravidanze con concepimento fisiologico.

Gameti
Sono le cellule sessuali: nella donna gli ovociti, nell’uomo gli spermatozoi. Contengono solo 23 cromosomi, a differenza di tutte le altre cellule del corpo umano (46 cromosomi).

Diagnosi pre-impianto
Le indagini di un patrimonio genetico di un embrione (ottenuto tramite fecondazione assistita) per scoprire eventuali malattie genetiche trasmissibili.

Malattie genetiche
Sono malattie che si possono ereditare da uno o da entrambi i genitori perché correlata l’espressione di uno o più geni, ad esempio la fibrosi cistica, la distrofia muscolare di du Chaine, l’emofilia, l’anemia mediterranea, la malattia Huntington. Da notare che le malattie genetiche possono essere anche presenti senza averle ereditate. Sono allora frutto di una nuova mutazione genetica che avviene nell’ambito del concepimento.

Cellule staminali
Sono le cellule indifferenziate (non specializzate), presenti in alcune parti del corpo umano (come nel midollo osseo o nell’epidermide, da cui si possono ricavare diversi tipi di tessuto e organi).

Cellule staminali embrionali
Sono cellule presenti nella parte interna dell’embrione. Dotate di intensa capacità proliferativa, sono in grado di dare origine a tutti i tipi cellulari presenti nell’organismo. Sono perciò molto ricercate per eventuali impianti nell’organismo per ricostruire fisiologicamente degli organi mancanti o fortemente ridotti.

Crioconservazione
La conservazione di embrioni o gameti mediante congelamento in azoto liquido a –196 C°.
Mantenendo la vitalità cellulare, impedisce la distruzione della cellula per azione di batteri o modificazioni chimiche. La crioconservazione degli spermatozoi è un atto molto conosciuto ed efficace. Per contro, la crioconservazione degli ovociti, cellule che contengono un tenore acqueo importante, è molto difficoltosa.

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Dr. S. Gilardi, rivista Betlemme n°6, 1997, aggiornato il 08.02.2009 12:49:27